IPNOSI E FOSFENISMO
IPNOSI
Estratto di una conferenza del Dr LEFEBURE
Antagonismo tra ipnosi e Fosfenismo
Il Fosfenismo è il contrario dell’ipnosi per la seguente ragione: quando si ha un fosfene, e soprattutto se si fa del Mixaggio Fosfenico nello stesso tempo, si è molto più lucidi, molto più coscienti del solito. Se per esempio pregate fissando il sole, dopo un certo tempo in cui fate questa esperienza, ma rispettando le regole date per non affaticarvi gli occhi, avrete l’impressione che il pensiero diventi caldo, vibrante, esterno a voi come una nube. Sarete dunque in uno stato che ora si chiama ipervigile, più sveglio che d’abitudine, mentre l’ipnosi, per definizione, è uno stato di sonno parziale. Ci sono delle persone che pretendono di essere ipnotizzatori che dicono: «No, l’ipnosi non è un sonno». Che dicano allora che si occupano di una cosa diversa dall’ipnosi, ma qui è una questione di vocabolario. Nel momento in cui si parla di ipnosi, si parla di uno stato di sonno più o meno pronunciato, come un farmaco ipnagogico ipnogeno è un farmaco che fa dormire. Le allucinazioni ipnagogiche sono allucinazioni del dormiveglia. Quindi, chi dice ipnosi, dice stato di sonno parziale.
Ritengo che il fenomeno ipnotico più semplice sia il seguente: ci si sveglia di notte, ci si alza, ci si sdraia di nuovo senza accendere la luce, ci si riaddormenta molto rapidamente, mentre, se si accende la luce, ci vuole più tempo per riaddormentarsi. Nel primo caso si ha l’impressione di essere ben svegli, ma in verità si è in uno stato di sonno parziale, cioè di ipnosi.
Altro caso banale di ipnosi: se abbiamo molto male ad un dente, abbiamo l’impressione di essere tenuti svegli da questo dolore. Ma se il dolore si calma improvvisamente, e siamo da soli alla scrivania, ci addormentiamo. Eravamo molto stanchi, senza rendercene conto, su un solo fronte, quello del nervo dentario. Facciamo un sonno parziale, è la vera ipnosi.
Qual è la differenza tra gli illuminamenti con i quali si provocano i fosfeni e quelli con i quali viene indotta l’ipnosi? Abbiamo visto che il fosfene migliore è quello ottenuto con una lampada da 75 watt collocata a uno o due metri e che fissiamo per trenta secondi. Si può ottenere il co-fosfene fissando la lampada per tre minuti.
Se prolungate il periodo di fissazione, ad esempio a dieci minuti, il vostro post-fosfene è meno buono. Esiste un tempo di fissazione ottimale al di là del quale si nuoce al processo. Per l’ipnosi sono utilizzati illuminamenti della stessa potenza. Ma invece di fissare la sorgente luminosa da trenta secondi a tre minuti, si fa fissare la lampada per venti minuti, o anche molto di più.
E’ come nel caso del nervo dentario, si entra in uno stato di dormiveglia. Quindi vedete che è esattamente l’opposto: è necessario un illuminamento breve per il fosfene, un illuminamento molto lungo per l’ipnosi, il fosfene vi mette in uno stato ipervigile, l’ipnosi in uno stato ipovigile.
Ci sono delle controindicazioni alla pratica del Fosfenismo?
Così come esistono delle controindicazioni farmaceutiche (alcuni farmaci non possono essere associati ad altri), ne esistono anche a riguardo della pratica del Fosfenismo. Allo stesso modo, gli sportivi non possono praticare certi sport che sarebbero contrari ai risultati che desiderano ottenere: ad esempio il pugile non pratica la muscolazione pesante che gli farebbe perdere rapidità e agilità, dunque la sua efficacia.
Prima pratica controindicata: il Rebirthing
Rebirthing («rinascita»): basato sull’iperapnea provoca l’iperossigenazione del sangue con abbassamento del gas carbonico, da cui alcalosi, abbassamento del calcio sanguigno e, nei soggetti sensibili, tetania il cui segnale annunciatore è il pizzicore alle dita.
Nella vita quotidiana, osserverete che le persone che hanno dei problemi psicologici sono incapaci di respirare. La loro respirazione si limita a delle inspirazioni molto corte; e quando sono prese di sorpresa da una situazione o sono sotto l’effetto di un’emozione per esempio, inspirano leggermente e bloccano la respirazione. Provocano così una rimozione.
Nelle arti marziali si impara al contrario ad espirare per non subire una situazione.
* Rebirthing e respirazione olotropica:
Il rebirthing e la respirazione olotropica sono due metodi detti di terapia. Entrambi utilizzano la stessa forma di respirazione, cioè una iperventilazione. L’iperventilazione è ottenuta con un movimento ampio della cassa toracica (riempimento totale), e l’emissione dell’aria avviene attraverso la bocca. Attraverso le narici lo svuotamento dei polmoni sarebbe più lento.
Ci vuole un bel po’ per ottenere l’effetto, cioè dei pizzicori nelle estremità (all’inizio), segni premonitori della variazione del tasso di calcio nell’organismo, dovuta all’iperventilazione.
L’obiettivo, a questo stadio, è di superare la propria paura. Si può avere paura di morire perché le contrazioni possono andare fino ad un inizio di paralisi della lingua o dell’ugola, a causa degli effetti: forti e incontrollabili. Ed è in questo che consiste l’effetto terapeutico: «andare al di là delle proprie paure coscienti ed incoscienti».
Nel Rebirthing ci si accontenta di seguire il ciclo respiratorio, di mantenerlo e in seguito, alla fine della seduta, di verbalizzare ciò che è successo. Nella respirazione olotropica la respirazione si effettua con la musica – stile musicoterapia. Anche qui, alla fine della seduta si verbalizza e si fa un disegno che riassume quello che si è vissuto, disegno che è spesso stile mandala.
Queste respirazioni portano al di là delle paure: incoscienti (stress della nascita) e coscienti: paura del vuoto, della velocità… Siccome questi modi respiratori risolvono dei nodi psicologici, dopo la seduta ci si sente meglio, liberati dallo stress.
Molti terapeuti utilizzano volentieri uno di questi metodi perché sono terapie che fanno leva sulla psicologia, vale a dire che, seguendo la procedura, il risultato si produce necessariamente e rapidamente. Per una terapia bisogna calcolare circa 10 sedute. Le sedute durano 1 ora, anche 1 ora e 30, e si svolgono in gruppo. Sono dei metodi classificati tra le terapie dette brevi visto l’esiguo numero di sedute necessarie.
Ma gli effetti post-seduta possono avere conseguenze pesanti sul piano psicologico se sono associati alla pratica del pensiero ritmato che, come abbiamo visto, è un amplificatore dei processi mentali. Queste tecniche sono dunque molto destabilizzanti.
* La respirazione raccomandata dal Dr Lefebure:
Il Dr Lefebure ha dimostrato che l’importante nella respirazione yogica-mistica è la ritenzione (cfr. IL PNEUMOFENE o la respirazione che apre le porte dell’al di là), vale a dire, come lui stesso precisa: «L’importante è creare una sete d’aria». Sete creata attraverso ritenzioni più o meno lunghe. Ritenzione nell’inspirazione, poi nell’espirazione, che formano su questo ciclo una respirazione più o meno quadrata. Respirazione quadrata che ha modificato alla fine in respirazione ciclogena (spirituale) con sete d’aria costante durante tutto il ciclo e durante tutta la seduta.
* Confronto tra questi diversi modi respiratori:
Vediamo dunque che la respirazione spirituale, o anche la respirazione quadrata – più facile da effettuare all’inizio – si oppone completamente alle respirazioni di tipo rebirthing.
– Il rebirthing comporta un assorbimento massimo e rapido di ossigeno e dunque senza alcuna sete d’aria.
– La respirazione spirituale rallenta l’assorbimento di ossigeno, aumentando di conseguenza il tasso di CO2 – a causa delle ritenzioni – e dunque con un massimo di sete d’aria.
I due tipi di respirazione dunque si oppongono. Uno dei metodi è una ricerca psicoterapeutica, l’altro una via spirituale.
Seconda pratica controindicata: l’Ipnosi
Il principio dell’Ipnosi è l’utilizzo di uno stato per indurre delle suggestioni.
Quanto alla Sofrologia, che è una specie di Ipnosi «dolce», la suggestione vi occupa un buon posto.
Questo ci porta a individuare un punto di differenza tra Ipnosi e Fosfenismo.
L’Ipnosi è nella pratica indissociabile dalla suggestione.
Il Dr Lefebure parla spesso nei suoi libri di preghiere libere, cioè di preghiere che ci si inventa da soli e che non sono imposte né da una persona, né da un gruppo, né da una qualsiasi ideologia. Perché la preghiera? Beh diciamo, per fare un paragone, che una centrale idroelettrica sviluppa una energia proporzionale all’altezza della caduta dell’acqua. Più questa è alta e più la centrale riceve potenza.
Pregare è ammettere che ci sono delle forze al di sopra di noi e mettersi in stato di ricettività, in una posizione di umiltà. E’ l’esatto contrario dell’autosuggestione che non è che auto-affermazione.
L’autosuggestione rende l’individuo iper-suggestionabile (come il termine «autosuggestione» può già far pensare).
E infine, ed è la cosa più importante, lo stato ipnotico ricercato è antagonista delle vere pratiche yoga. L’ipnosi non eccita che una «linea di neuroni», mentre le tecniche iniziatiche consistono nel creare delle vie neurologiche multiple al fine di attivare numerose funzioni cerebrali.
Avvertimento: l’associazione rebirthing + ipnosi + pratica del pensiero ritmato può condurre ad un soggiorno in ospedale psichiatrico. Uomo avvisato, mezzo salvato… Ci sono delle mescolanze che è meglio non fare.
L’Ipnosi permette di pervenire allo sdoppiamento o al viaggio astrale?
Molti ricercano lo sdoppiamento senza sapere che cosa sia realmente, né in che cosa consista. In queste condizioni, è ben difficile riconoscere i fenomeni. Esiste un fortissimo antagonismo tra le esperienze iniziatiche e le esperienze psicologiche. Queste ultime non rientrano nel quadro delle tecniche iniziatiche, che è un campo totalmente a parte. E’ estremamente importante sapere su quale campo si lavora e quali ne sono i limiti. Bisogna anche sapere perché si applica una certa tecnica, quali risultati ci si può attendere, e fare noi stessi la scelta delle tecniche da utilizzare nella propria ricerca.
Non si può proprio domandare l’assoluto né l’impossibile al nostro cervello e, nella pratica come nello studio, è necessario definire il terreno sul quale lavorare. Sfortunatamente, molti avviano una ricerca solo per meglio ricondurre i fenomeni all’idea che se ne fanno, e ai pregiudizi che hanno accumulato nel corso del tempo. Ma appena si avvicinano ad un fenomeno un po’ scomodo perché li obbliga a porsi delle domande, a volte a rimettere in discussione certe cose, o ancora ad uscire dal piccolo conforto intellettuale che si sono creati, reagiscono con il rifiuto del fenomeno e arrivano persino a dichiarare che è «pericoloso» o che fa loro paura. Ora, questo pericolo, questa paura è il rischio di scoprire se stessi. Si limitano dunque alla produzione di fenomeni superficiali. La maggioranza di questi fenomeni è puramente psicologica.
Così si comincia a lasciarsi impressionare e influenzare da un ambiente o da un atteggiamento, che fungono da suggestione piuttosto che da catalizzatore di vere esperienze. Allo stesso modo, spesso si vivono sensazioni che non toccano altro che la superficie dello «strato psicologico» dell’individuo, ma lo si scambia sovente con un obiettivo raggiunto o con un contatto con il proprio «sé» profondo. La maggior parte delle volte queste sensazioni non sono che un’illusione dalla quale si ricava un vivo piacere perché si percepiscono delle immagini e alcune sensazioni, cosa che in sé è molto gradevole; e ci si ferma a questo stadio.
Per esempio, con i simulatori che si trovano nei luna-park, e in modo ancora più forte con i caschi virtuali, vivrete molteplici sensazioni ed «esperienze» a seconda del film proiettato, senza neanche muovervi dalla vostra poltrona. Avrete l’impressione che il vostro corpo diventi pesante o leggero, di cadere o di salire oppure di diventare più piccoli o molto grandi, di volare e di fluttuare nell’aria senza sforzi. In fin dei conti ciò che vivrete saranno dei passatempi sensoriali perché il film avrà sollecitato certi organi di senso. Ma non si tratta affatto di fenomeni psichici. Siete in un vicolo cieco sensoriale e desiderate che le sensazioni continuino tanto sono piacevoli. E’ in effetti la stessa cosa che si produce quando siete presi da un prurito: vi grattate.
Nel giro di un attimo questo grattare si trasforma in piacere e diventa gradevole grattarsi. In medicina, questo fenomeno è chiamato «voluttà di grattarsi». Anche in questo caso siete in un vicolo cieco sensoriale che produce uno stato patologico.
I fenomeni iniziatici si producono molto raramente durante gli addestramenti, ma sopravvengono parecchie ore dopo, persino una giornata dopo l’addestramento.
Non bisogna quindi confondere i passatempi sensoriali, che sul momento non provocano che un momento gradevole, con gli esercizi iniziatici che conducono alle autentiche esperienze al di fuori delle sedute di allenamento, molto spesso di notte, e che proiettano la coscienza fino ai «piani cosmici» (vedere la definizione nello spazio «Abbonati»). I fenomeni iniziatici sono ben al di là delle sensazioni che appartengono alla nostra creazione personale. Ma ben pochi accettano di spingere lo studio più lontano di questi strati che sono ancora legati alla volontà subcosciente. Quelli che approfondiscono, scoprono invece un altro aspetto di se stessi e dell’universo.