KUNDALINI E FOSFENISMO
La parola sanscrita kundalini significa sia «arrotolato» sia «arrotolato come un serpente». Esistono altre traduzioni, come «potenza del serpente», che evidenziano la natura energetica del concetto. Alcuni autori suggeriscono un parallelo tra Kundalini e il caduceo, simbolo greco costituito da due serpenti arrotolati.
Il concetto di Kundalini proviene dalla filosofia yogi dell’India antica e si riferisce all’intelligenza materna che presiede al risveglio e alla maturazione spirituale chiamata Kundalini Shakti.
Secondo la tradizione yogi, la Kundalini è acciambellata nel chakra della radice e si avvolge con tre giri e mezzo intorno al sacro. Il risveglio di Kundalini è associato alla manifestazione di fenomeni energetici caratteristici, percepiti dagli yogi in maniera somatica. La salita di questa energia è un fenomeno vibratorio che accompagna nello yogi un periodo di sviluppo spirituale.
I riferimenti più antichi che si possono trovare su Kundalini datano all’ottavo secolo delle Siva Sutra. Ciononostante il concetto di Kundalini risale ad epoche ben più antiche, anche se le tradizioni orali non ne hanno evidentemente lasciato traccia.
Uno dei primi Europei che introdussero il concetto di Kundalini in occidente fu Sir John Woodroffe, che scrisse «La Potenza del Serpente», sotto lo pseudonimo di Arthur Avalon. Successivamente C.W. Leadbeater della Società Teosofica, e ancora di più lo psicologo C.G. Jung, fecero molto per diffondere tale concetto.
Ai nostri giorni Kundalini può essere considerato un concetto popolare, poiché è ampiamente citato nel mondo dello yoga e della New Age, grazie in particolare all’opera di Gopi Krishna. Ciononostante la popolarizzazione del concetto in occidente non ha contribuito in modo particolare ad una reale comprensione di che cosa è Kundalini. Alcuni autori ipotizzano che Kundalini sia una forza pericolosa e difficile da risvegliare. Altri affermano che solo qualche grande iniziato, nascosto nei recessi dell’Asia, sia in grado di trasmettere questi insegnamenti di cui la maggior parte delle persone sarebbe indegna
Portando una chiarezza nuova a questo proposito, il Dottor Francis LEFEBURE, medico e ricercatore francese, ha studiato l’aspetto fisiologico di Kundalini e ha messo a punto un apparecchio che permette di risvegliarla in un quadro scientifico.
Nel suo libro «Dalla ruota della preghiera alla dinamo spirituale» il Dr LEFEBURE presenta le scoperte teoriche che l’hanno condotto alla creazione del Girascopio, la macchina per far salire Kundalini. Il Dr LEFEBURE descrive come ciascuno può provocare il risveglio di Kundalini con un’ora di addestramento al giorno. La potenza di questo risveglio è in generale sufficiente perché si producano gli effetti classici della salita di questa forza, in modo tale che lo sperimentatore non possa più dubitare che ciò che ha in lui è la «vera Kundalini». Il risultato è assolutamente convincente. Il soggetto sarà allora libero di fermare lì il suo addestramento, o di spingere oltre il suo sviluppo con questo apparecchio.
Estratto del libro «Dalla ruota della preghiera alla dinamo spirituale»:
«Per le persone che non conoscono le tradizioni orientali su Kundalini, diciamo che essa è una forza di cui si ha pienamente coscienza nel momento in cui si manifesta. Produce anche diversi stati di supercoscienza, che a volte vengono chiamati, a ragione, «stati ipervigili».
Questa forza assume fondamentalmente un ASPETTO VORTICOSO. Appare nella parte inferiore del tronco, a circa uno-due centimetri al di sopra del centro del perineo, poi si innalza.
In certe descrizioni, questa ascensione avviene in forma elicoidale intorno all’asse verticale del corpo, passando per il centro di gravità su un soggetto in piedi, in posizione corretta. Si prende facilmente coscienza della linea virtuale che è tale verticale.
Secondo altre descrizioni, essa sale all’interno della colonna vertebrale seguendo le sue sinuosità, il che è particolarmente strano perché normalmente non la si percepisce, se non molto leggermente nelle articolazioni in certi movimenti un po’ forzati, e a livello della pelle, attraverso le apofisi spinali delle vertebre, che puntano un po’.
Si ha un bel «concentrarsi» su queste sensazioni, non si sentirà quasi più la propria colonna. Ma, sotto un certo aspetto della salita di Kundalini che siamo riusciti a riprodurre con le esperienze che andremo a descrivere, si percepisce «qualcosa di straordinario», una forza che sembra sovrannaturale, lungo tutto l’interno della colonna vertebrale.
E’ ciò che alcune delle esperienze che descriveremo hanno provocato, quando in realtà non lo stavamo ricercando. Siamo quindi proprio in presenza della «vera» Kundalini.
La salita di Kundalini è descritta come in grado di «mettere in movimento i chakra», cioè gli organi principali del primo dei corpi sottili (chiamato corpo eterico). Ora questo movimento è una rotazione, un vortice. Non si tratta dunque altro che di localizzazioni particolari di questa forza di Kundalini, vero turbinio dello spirito.
Abbiamo detto che questa forza si innalza con un movimento elicoidale. Teniamolo bene a mente, è molto importante per le nostre esperienze e per le spiegazioni degli effetti che essa produce quando raggiunge la testa: sopravviene uno stato di illuminazione interiore, una purificazione dei pensieri e dei sentimenti, e simultaneamente dei poteri mentali (…).»
E’ attraverso la rotazione del pensiero che Kundalini, forza vorticante, viene attivata. La danza dei dervisci rotanti, o le ruote della preghiera Tibetane, sono basate sullo stesso principio rotazionale. L’effetto sulla psiche è simile a quello di una centrifuga.
Quando si centrifuga del sangue, ad esempio, gli elementi pesanti sono spinti in periferia dalla forza centrifuga, mentre, per rezione, gli elementi leggeri (in questo caso l’acqua pura) si trovano concentrati al centro dell’apparecchio. Succede la stessa cosa con la coscienza, e si verifica allora un’autentica purificazione dei sentimenti.