Domande frequenti

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GENERALITA’ SULLA PRATICA DEL FOSFENISMO

1 - Che cos’è il Mixaggio Fosfenico? Principio di base.

Fare dei fosfeni da soli non sviluppa niente, o quasi, in campo mentale. Fare dei fosfeni da soli apporta una grande distensione fisica ed un afflusso di energia mentale.

Solamente il Mixaggio Fosfenico stimola l’insieme delle facoltà cerebrali. Mixaggio vuol dire “mescolanza”.

Il Mixaggio Fosfenico consiste nel mescolare un pensiero al fosfene.

Questa mescolanza si fa nel tempo (conservando durante la presenza del fosfene un pensiero preciso scelto in anticipo), o simultaneamente nel tempo e nello spazio (localizzando l’immagine mentale visiva o uditiva all’interno del fosfene). Questa seconda maniera di procedere è più efficace, ma più difficile.

Per ottenere dei veri risultati nello sviluppo delle capacità mentali, bisogna associare i fosfeni al nostro lavoro quotidiano, al nostro studio o al nostro tema di riflessione.

2 - Quali sono le controindicazioni alla pratica?

La sola controindicazione alla pratica dei fosfeni è il glaucoma, vale a dire l’ipertensione dei liquidi dell’occhio che si manifesta con dei forti dolori nel fondo dell’occhio.

E’, in effetti, una controindicazione parziale, perché persone che avevano un leggero glaucoma hanno comunque praticato con i fosfeni, contro il nostro consiglio, ma prendendo qualche precauzione elementare. Hanno utilizzato una lampadina più debole (40 watt), si sono posti più lontano ed hanno fissato la lampada meno a lungo. Il glaucoma non si è evoluto e gli occhi ne hanno guadagnato in resistenza. Così queste persone si sono potute avvicinare progressivamente alla lampada, poi sono passate ad una lampadina più forte, senza disturbi né fatica.

Le persone molto sensibili alla luce osservano inoltre che, con la pratica regolare dei fosfeni, i loro occhi si adattano meglio agli ambienti luminosi, e che nel giro di qualche mese possono abbandonare gli occhiali da sole.

Dopo una operazione chirurgica agli occhi (ad esempio per una cataratta o per uno scollamento della retina), bisogna aspettare tra 6 mesi e 1 anno.

L’effetto sulla vista è molto favorevole, a condizione naturalmente di rispettare le norme di illuminazione; si tratta di norme stabilite dopo più di 35 anni di esperienze su migliaia di casi. D’altro canto, certi metodi di rieducazione visiva, come il metodo Bates, utilizzano la luce per rieducare la vista. In definitiva, la pratica di brevi fissazioni di fonti luminose costituisce un’eccellente ginnastica per l’occhio.

Non agitarsi se all’inizio si verifica qualche problema di adattamento quali lacrimazione o mal di testa: passeranno dopo qualche giorno.

 

IL GLAUCOMA (documento)

M.G.C.I.A., “LE COURRIER MUTUALISTE” Janvier 1990. N° 68. Mutuelle Générale du Commerce, de l’Industrie et de l’Artisanat.

Rubrica SALUTE; Articolo “Prevenire le malattie dell’occhio” Pag. 13.

Autore: Dr P.G. Sabatier oftalmologo alla M.G.C.I.A.

Estratto: “Il glaucoma è un aumento anormale della pressione oculare. Il globo s’indurisce mentre il campo visivo diminuisce progressivamente. Il glaucoma può condurre alla cecità per distruzione del nervo ottico sotto l’effetto di una pressione oculare troppo forte. Il glaucoma cronico è persino la causa numero uno di cecità. Si stima che in Francia il numero di soggetti colpiti da questa affezione sia di circa 500 000.

Ecco perché, passata una certa età, tutti devono sottoporsi all’esame. Ma certe categorie di persone devono essere ancora più vigili. Si tratta di coloro che soffrono di diabete, miopia, ipertensione arteriosa e altre malattie vascolari, oppure le persone che hanno antecedenti familiari.

In caso di glaucoma si seguirà un trattamento destinato ad abbassare la pressione oculare.

Le persone affette da glaucoma (forte) devono astenersi dal formare fosfeni. Tuttavia ciò non impedisce loro di lavorare a partire da altri elementi fenici.

La pratica si rivolge soprattutto a persone che non hanno problemi oculari importanti.

Per ulteriori informazioni vedere: Il Mixaggio Fosfenico in Pedagogia.

In caso di dubbio, chiedere il parere del proprio oculista.

Nota 1: la parola fosfene ha diversi significati. La si trova in particolare nel linguaggio medico. Stessa cosa per la parola acufene, termine utilizzato nel Fosfenismo. Senza entrare nei dettagli, per i non iniziati al Fosfenismo precisiamo che non lavoriamo sugli acufeni e sui fosfeni patologici bensì fisiologici.

Nota 2: consigliamo fortemente a chi decide di praticare il Fosfenismo l’astensione totale da qualsiasi bevanda alcolica. Un solo bicchiere di vino basta a rallentare per parecchie ore la rapidità delle reazioni nervose, secondo Paul PERRIN, Professore alla Scuola di Medicina di Nantes.

3 - E’ un ostacolo essere miope, ipermetrope o astigmatico per praticare il Fosfenismo?

No, perché la quantità di luce ricevuta è sempre la stessa ed è tale energia che conta per la nostra operazione di mixaggio.

Al contrario, essa migliora certe malattie della vista, come le sinechie (aderenze) tra l’iride ed il cristallino, grazie alla ginnastica intensiva dell’iride provocata dall’alternanza tra l’illuminazione viva e l’oscurità. I miopi potranno constatare un miglioramento significativo della loro acutezza visiva.

La pratica regolare del Fosfenismo, aumenta l’acutezza visiva di una diottria nel primo mese, qualunque sia la natura del deficit iniziale.

Le persone che portano occhiali da vista constatano rapidamente un miglioramento della loro acutezza visiva tanto da poter fare a meno degli occhiali.

Il Dottor Lefebure è un bell’esempio dell’effetto favorevole della pratica dei fosfeni sulla vista. Poco prima del suo decesso, ad una conferenza, riusciva a leggere senza occhiali dei testi alla distanza di un braccio, e aveva 72 anni. Questo è tanto più notevole in quanto si sa che, passati i 50 anni, si sviluppa la presbiopia. Ciò dimostra l’effetto favorevole dei fosfeni sulla vista. D’altronde, la maggioranza degli « anziani » del Fosfenismo (per età) non portano occhiali.

4 - Quali sono i disturbi della vista che il Fosfenismo non modifica?

La cataratta: la pratica del Fosfenismo non ha alcuna azione favorevole o sfavorevole, a nostra conoscenza, quando la cataratta è abbastanza avanzata. Quest’ultima allora ostacola considerevolmente la pratica, a causa dell’insufficiente illuminazione della retina. Non è impossibile che la stimolazione della circolazione dell’occhio per mezzo dell’alternanza di illuminazioni intense e di oscurità abbia un’influenza favorevole su una cataratta nascente. Non abbiamo esperienza in questo campo.
I corpi fluttuanti dell’umor vitreo (la sostanza gelatinosa che riempie l’interno dell’occhio dietro il cristallino): in generale questi corpi fluttuanti sono abbastanza trasparenti da non essere percepiti in presenza di una forte illuminazione. Vi è dunque un sollievo momentaneo ma nessuna influenza, favorevole o sfavorevole, su questi corpi.

Le congiuntiviti: secondo gli oculisti che abbiamo interpellato, l’intensità luminosa da noi impiegata non può aggravare una congiuntivite, né tanto meno provocarla. Nel tracoma, una congiuntivite infettiva cronica di origine africana, gli occhi si arrossano più facilmente durante l’esperienza: è un segnale che può facilitarne l’individuazione in soggetti che ignoravano di averla, ma questa congestione congiuntivale non influenza lo sviluppo della malattia.

La discromatopsia (o disturbi della percezione dei colori): la forma più conosciuta di disturbi della percezione dei colori è il daltonismo vero (confusione tra il verde e il rosso). E’ evidentemente ben difficile interrogare un daltonico sui colori che percepisce nel fosfene poiché le parole non hanno lo stesso significato per lui e per noi. Ma abbiamo avuto il caso di un malato affetto da un disturbo della percezione dei colori diverso dal daltonismo, disturbo che era stato evidenziato due volte, la prima alla visita di leva e l’altra in una visita professionale. Ora, questo allievo ci diceva che nel fosfene i colori gli apparivano più brillanti e meglio differenziati rispetto al solito.

5 - Ho fatto i fosfeni ed ho un arrossamento della congiuntiva e dei pizzicori sull’occhio.

I rossori sono consecutivi alla vasodilatazione della congiuntiva. Ciò è dovuto alla mancanza di abitudine e sparisce dopo 2 o 3 giorni di pratica del Fosfenismo.

I pizzicori derivano dalla mancanza di battito delle palpebre.

6 - Quanti fosfeni si possono fare al giorno con la lampada fosfenica?

Quanti si desiderano. Gli studenti che preparano gli esami ripetono il loro programma sotto fosfeni per parecchie ore (a volte fino a otto, nove ore) in una stessa giornata e continuano a beneficiarne.

Dopo più di 40 anni che viene diffuso il metodo, nessuno studente si è lamentato fino ad oggi di un qualsiasi inconveniente. Ciò è corroborato dal numero di persone che testimoniano della loro soddisfazione e dei risultati probanti ottenuti con la pratica del metodo.

Sono dunque migliaia le persone che, in 40 anni, hanno praticato il Fosfenismo. Se esso provocasse un problema qualsiasi, avremmo certamente limitato la sua diffusione in ambito esoterico, ambiente che non teme questo genere di preoccupazioni tanto è grande la sete di conoscenza.

7 - Cosa fare in caso di difficoltà nell’osservazione e assuefazione alla luce?

Allontanarsi di più arretrando o allontanare la lampada fosfenica un po’ più del 1,50 m raccomandato dal Dottor Lefebure. Inclinare leggermente la lampada verso il basso affinché il fascio di luce illumini di più in direzione del suolo.

Infine, per le persone estremamente sensibili alla luce, mettere davanti alla lampada un fazzoletto bianco, giusto per il tempo necessario perché gli occhi si rinforzino, oppure utilizzare una lampadina più debole, da 60 watt per esempio, allontanarsi dalla lampada e fissarla meno a lungo.

E’ anche possibile utilizzare la lampadina a luce naturale. La sua luce è molto dolce e perfettamente adatta alle «persone sensibili».

8 - E’ necessario un materiale speciale per praticare il Fosfenismo?

Se è solo per fare qualche fosfene a titolo di prova, una lampadina domestica bianca montata su una lampada senza paralume o su una lampada da ufficio, potrà andare bene. Ma nel momento in cui si vuole passare alla pratica vera e propria, è meglio utilizzare un materiale specializzato. Così, non solo il vostro fosfene sarà più sfruttabile, ma non constaterete alcun affaticamento oculare e questo anche per tempi di pratica molto lunghi, come nel caso degli studenti sotto esame che fanno un gran numero di fosfeni, per giornate intere di 8 ore.

Anche certe lampade da architetto possono essere utilizzate, ma in tal caso abbiate cura di attrezzarle con la lampadina raccomandata (rif. A01), che è del tipo da ingrandimento fotografico, lampadina in vendita presso i fotografi (in Francia) o presso le Edizioni Phosphénisme. Questo tipo di lampadina diffonde la luce in modo perfettamente omogeneo e quindi produce un fosfene molto luminoso.

9 - E’ vantaggioso aumentare la potenza dell’illuminazione?

Sul piano pedagogico, NO. La norma stabilita dal Dottor Lefebure dopo più di 35 anni di sperimentazioni, mostra che 75 watt sono ampiamente sufficienti a provocare le reazioni neurologiche ricercate.

Notate tuttavia che l’illuminazione è fin troppo debole per avere un’incidenza negativa sull’occhio a 1,50 m, distanza alla quale bisogna mettere la lampada. Non c’è alcuna emissione di calore che potrebbe disturbare l’occhio. L’abbagliamento provocato dai fari di una macchina si rivela ben peggiore di quello della Lampada Fosfenica.

Inoltre, conosciamo parecchie persone del mondo dello spettacolo, in particolare attori, che ci hanno testimoniato di aver fatto dei fosfeni con i proiettori del cinema o del teatro senza alcun fastidio, e di aver osservato che memorizzavano i loro testi in un tempo record.

10 - Come fare un post-fosfene?

Fissate una lampadina speciale da fosfeni o una Lampada Fosfenica per una trentina di secondi, poi nell’oscurità e con gli occhi chiusi, osservate la macchia di colori che appare nel campo visivo.

Nell’oscurità, il fosfene si presenta sotto forma di una macchia di colori cangianti, che persiste per tre minuti.

Per ulteriori informazioni, vedere Universo Energia Fosfenica come anche il Chromos n°2.

11 - Il mio fosfene non è fisso nel mio campo visivo.

Il fosfene segue i movimenti, anche involontari, dei vostri occhi. La pratica regolare rinforzerà i muscoli perioculari ed in poco tempo il fosfene non presenterà più degli scivolamenti verso la destra, la sinistra, il basso o l’alto.

12 - Il mio fosfene è soggetto a dei tempi di eclissi molto lunghi.

Il fosfene è retto dai cicli dell’alternanza cerebrale. Ogni colore che appare nel campo visivo è intervallato da un tempo di eclissi chiamato fosfene negativo. Se questo tempo di eclissi vi sembra anormalmente lungo, ciò indica una perturbazione fisiologica le cui cause possono essere molteplici: mancanza di sonno, stato depressivo, assunzione di farmaci e, più raramente, un problema oculare o un problema neurologico.

13 - Il mio fosfene presenta pochi colori o nessuno.

Se il vostro fosfene non segue il ciclo descritto, ciò indica una perturbazione fisiologica le cui cause possono essere molteplici: mancanza di sonno, stato depressivo, assunzione di farmaci e, più raramente, un problema oculare o un problema neurologico.

14 - Il mio fosfene ha un diametro piccolo.

Il fosfene è proporzionale al diametro angolare della fonte di luce. Con una lampada come la lampada fosfenica da 18 cm di diametro piazzata a 1,50 m di distanza, il fosfene si presenterà in modo ottimale nel campo visivo.

15 - Come fare un co-fosfene o fosfene associato all’illuminazione?

Fissate una lampadina speciale per fosfeni o una Lampada Fosfenica per tre minuti poi, nell’oscurità e con gli occhi chiusi, osservate la macchia di colore che appare nel campo visivo.

Per maggiori informazioni, vedere Universo Energia Fosfenica e Chromos n°2.

16 - Come osservare il bagliore diffuso?

Subito dopo lo spegnimento della vostra Lampada Fosfenica, può presentarsi nel campo visivo una luminosità biancastra. Questa luminosità è percepibile solo da una persona su dieci e non dura che qualche secondo. E’ immediatamente seguita dalla prima fase del fosfene.

Si ritroverà questo bagliore diffuso una volta che il nostro fosfene si sarà completamente smorzato. Può cominciare ad apparire nel giro di 5 minuti, ma più generalmente nel giro di un quarto d’ora di osservazione del campo visivo. Si manifesta sotto forma di una luminosità biancastra, grigiastra, che si propaga nel campo visivo attraversandolo.

Il fosfene di per se stesso è di ordine puramente fisiologico e il suo fenomeno è ben noto in medicina oftalmica. Non è per niente misterioso in quanto dovuto al lavoro delle tre varietà di coni presenti nell’occhio. In compenso, il bagliore diffuso è a tutt’oggi un enigma per la scienza. Esso presenta delle proprietà strabilianti: è molto facilmente trasmissibile per telepatia. Nell’oscurità totale, e persino con parecchie bende sugli occhi, si possono perfettamente distinguere un oggetto di forma quadrata o un oggetto circolare che lo attraversano. Esso è, in certe condizioni, fotografabile. Si può modellare sul pensiero (ordinario); si può così dargli una forma. Possiede anche delle proprietà calorifiche.

Per ulteriori informazioni vedere: Il Mixaggio Fosfenico in Pedagogia e l’Esplorazione del Cervello con le Oscillazioni dei Fosfeni Doppi.

Non confondere il bagliore diffuso con il fosfene e con il caos visivo.

17 - Come vedere il caos visivo?

Una volta concluso il fosfene, prolungare l’osservazione del vostro campo visivo per 30-45 minuti. A tratti, quest’ultimo sarà attraversato da una nebbia colorata che può essere inframmezzata dalla presenza di bagliori diffusi.

18 - E’ necessario togliere occhiali e lenti a contatto per la pratica con la Lampada Fosfenica?

NO. Come menzionato più sopra, la Lampada Fosfenica non ha proprietà calorifiche. Non è dunque necessario togliere occhiali e lenti a contatto per la pratica del Mixaggio Fosfenico.

19 - E’ necessario togliere occhiali e lenti a contatto per la pratica con il sole?

SI, con il sole è ASSOLUTAMENTE OBBLIGATORIO togliere gli occhiali, che producono un effetto lente e rischierebbero di provocare una bruciatura della retina, e togliere le lenti a contatto. che provocherebbero il prosciugamento della cornea ed una bruciatura in periferia; è infine necessario seguire le indicazioni date dal Dottor Lefebure (cfr. Il Mixaggio Fosfenico in Pedagogia) come ad esempio:

A digiuno, bere abbondantemente per favorire la vasomotricità dei capillari, cosa che fluidifica il sangue, migliora l’irrigazione dei globi oculari ed evita la fatica.

Non bere alcool né acqua frizzante in quanto l’anidride carbonica modifica la vasomotricità dei capillari.

E soprattutto non fissare il sole per più di 2 o 3 secondi.

LA FISSAZIONE DEL SOLE DURA DA 2 A 3 SECONDI, NON DI PIU’.

Note:

  • Il post-fosfene solare è meno bello di quello ottenuto con una lampada.
  • Il co-fosfene solare è sistematico: non si può fissare il sole senza avere un co-fosfene associato.
  • Il diametro del fosfene è proporzionale al diametro angolare della sorgente. Vale a dire che più la sorgente luminosa è lontana, più il fosfene è piccolo.

Non fissare il sole senza aver studiato il libro: Il Mixaggio Fosfenico in Pedagogia Non scherzate con i vostri occhi.

Il sole.
Il sole è certamente la migliore fonte per fare fosfeni, in quanto gli effetti sono molto più potenti che con una lampada. Bisogna, tuttavia, rispettare le precauzioni che indichiamo perché tale lavoro sia efficace e senza pericolo. In ogni epoca e in tutte le civiltà, sono state praticate e si praticano le fissazioni del sole. In origine, sono i culti solari che hanno dato nascita a tutte le religioni, particolarmente a causa dei “prodigi solari” (spostamenti apparenti del sole, in realtà movimenti del co-fosfene solare) provocati da tali fissazioni.

Riflessi del sole sull’acqua.
La pratica con i riflessi del sole sull’acqua provoca un incremento di energia nervosa come anche una importante stimolazione mentale ed intellettuale. Molti amano fissare i riflessi del sole sull’acqua perché ne ricavano un gran benessere ed una calma profonda, come succede molto spesso ai pescatori.

Il cielo luminoso.
Quando il sole è troppo forte, si può facilmente praticare in sostituzione la fissazione del cielo luminoso. Esso non causa fatica e produce un grande rilassamento fisico. L’energia luminosa si diffonde nell’insieme del sistema nervoso, producendo una grande calma mentale. Ecco perché ci si addormenta frequentemente quando si pratica con il cielo luminoso. La grande luminosità del cielo è dovuta alla riflessione dei raggi solari sugli strati dell’atmosfera.

La luna.
E’ anche possibile fare delle fissazioni della luna. I culti lunari si sono sviluppati nei paesi dove il cielo è molto sereno. Si utilizzava la fissazione della luna o quella dei suoi riflessi sull’acqua o su una superficie riflettente (conchiglia, vassoio d’argento, ecc.).

Fissazione delle stelle.
La fissazione delle stelle è poco utilizzata coscientemente, in quanto si ha tendenza a credere che l’intensità sia troppo debole e che non si possa fare un lavoro efficace con i fosfeni stellari. Niente affatto. La pratica con le stelle è molto interessante e produce ugualmente numerosi fenomeni psichici. Molti astronomi, sia professionisti che dilettanti, hanno potuto verificarli in seguito a tali fissazioni. Praticando regolarmente la fissazione delle stelle, si possono produrre anche quelli che potremmo chiamare “prodigi stellari”.

Le fiamme di un fuoco.
E’ raro che non si ami fissare un fuoco di caminetto o il fuoco di un accampamento. In quasi tutte le tradizioni, le storie sono raccontate accanto al fuoco, non solamente per riscaldarsi, ma anche perché l’intensità della luce ed il movimento ritmico delle fiamme stimolano la creatività e l’invenzione.

Definizione che si può trovare nelle enciclopedie, alla parola « Elioterapia »:
«La luce fa bene alle piante, agli animali e agli esseri umani.»

20 - E’ preferibile fissare il sole all’alba e al tramonto?

In entrambi i casi, l’alba e il tramonto del sole procurano una luminosità «dolce», ma non bisogna dimenticare i consigli di cui sopra.

E non dimenticare mai la regola: minima illuminazione per un massimo di fosfeni.

21 - Quali sono le altre fonti luminose con le quali si possono fare i fosfeni?
  • Il riflesso del sole sull’acqua.
  • La fissazione delle stelle (precisamente la stella del pastore).
  • La luna.
  • Le fiamme di un fuoco.
22 - E’ possibile fare dei fosfeni con una candela?

Unicamente con delle candele molto grosse il cui stoppino presenti un certo diametro. Notate tuttavia che i risultati saranno molto deboli, per non dire insignificanti, poiché l’impatto sul cervello non è sufficientemente importante per provocare la reazione neurologica ricercata. Inoltre, se ci si avvicina troppo, c’è il rischio che il calore asciughi la cornea e provochi un incidente oculare. E’ dunque preferibile non utilizzare candele.

23 - Non riesco a mettere il mio pensiero all’interno del fosfene.

La cosa più importante è portare la propria attenzione sul pensiero e non sul fosfene. Poiché il fosfene è obbligatoriamente presente, il mixaggio (mescolanza di pensiero e fosfene) si farà da solo.

A causa dei cicli di alternanza cerebrale, spesso il pensiero ed il fosfene si rincorrono. In certi momenti si vede il fosfene ed in altri si percepisce di più il pensiero.

24 - In quanto tempo potrò ottenere i primi risultati?

In campo pedagogico, bisogna calcolare circa un mese, è il tempo minimo necessario per il rafforzamento e la creazione di nuove vie neurologiche.

E’ importante notare che gli effetti del Fosfenismo poggiano sul «sentimento di evidenza». Di conseguenza, nella maggioranza dei casi, i risultati saranno visibili solo sulla pagella, al momento degli esami o quando si avrà bisogno di sollecitare la nostra memoria su qualche cosa appresa sotto fosfeni. Sempre a causa di questo sentimento di evidenza tipico del Fosfenismo, che ci maschera dunque le cause, i risultati saranno il più delle volte osservati più da chi ci sta intorno che da noi stessi. Così per un bambino per esempio, saranno la maestra o i suoi compagni che saranno sorpresi nel constatare il cambiamento (i progressi).

25 - Che cos’è un sale fosfenico?

La mescolanza del pensiero e del fosfene dà al pensiero una grande nitidezza. Il Dottor Lefebure ha chiamato SALE FOSFENICO questa più grande nitidezza del pensiero prodotto dal fosfene. La nozione di “sale fosfenico” deve essere presa nel senso simbolico e filosofico in quanto risultato della combinazione del pensiero e del fosfene, nello stesso modo in cui, in fisica, ci vogliono un acido e una base per formare un “sale” che provochi una liberazione di energia.

In effetti, la luce è un’energia che, colpendo l’occhio, provoca delle reazioni chimiche ed elettriche nel cervello, ciò che produce delle sincronizzazioni tra le cellule cerebrali, accelerando ed amplificando i processi fisiologici. La breve fissazione di una fonte luminosa apporta dunque un’energia supplementare all’insieme della massa cerebrale migliorando le capacità mentali (memoria, ideazione, creatività, iniziativa, etc.), e di conseguenza tutti gli aspetti dell’intelligenza.

26 - Quali sono le diverse categorie di fosfeni che non utilizziamo nel Fosfenismo?

Fosfeni patologici.
Fosfeni prodotti da una malattia. Idem per gli acufeni. Noi non utilizziamo i fosfeni e gli acufeni patologici che non sono sfruttabili e devono essere oggetto di trattamento medico.

Fosfeni prodotti da allucinogeni.
Gli allucinogeni producono dei fosfeni che si presentano sotto forma di allucinazioni associate, in certi casi, ad un benessere temporaneo. Tuttavia gli allucinogeni producono anche delle lesioni organiche e cerebrali. Gli effetti sono diametralmente opposti agli effetti del Mixaggio Fosfenico quale noi lo studiamo, benché i due processi siano paralleli.

I drogati che si mettono a praticare il Fosfenismo finiscono per abbandonare la loro dipendenza dalla droga, perché il Fosfenismo rinforza le strutture psicologiche dell’individuo.

Fosfeni per compressione.
E’ possibile produrre dei fosfeni con la pressione delle mani sui globi oculari. Tale tecnica è molto utilizzata dagli yogi, ma alla lunga può produrre uno spostamento del cristallino. Per questa ragione, noi non la utilizziamo.

Se ricevete un pugno nell’occhio, vedrete « le stelle »: sono dei fosfeni.

27 - Quali sono le dverse categorie di fosfeni che utilizziamo nel Fosfenismo?

Noi utilizziamo essenzialmente la categoria di fosfeni che gli oculisti chiamano « immagini di rimanenza », « immagini di persistenza retinica » o « post-immagini », che si possono provocare in parecchi modi. D’altro canto, la persistenza retinica è uno dei più importanti principi del cinema: in effetti, nel 1829, un Belga di nome Plateau, ha scoperto che l’immagine lascia una traccia sulla retina per circa un decimo di secondo. Per questo motivo, una serie di dieci immagini che sfilano in un secondo dà la sensazione del movimento. Il primo apparecchio di questo inventore si chiamava il “Fenoscopio”. Come si può vedere, il fosfene aveva, sotto questa forma, un bell’avvenire.

Noi utilizziamo e lavoriamo solo su fosfeni ed acufeni FISIOLOGICI.

28 - Da dove viene la parola « Fosfene »?

Origine della parola «fosfene»:
La parola fosfene deriva dal greco «phos», luce, e «phanein» che vuol dire apparire ma anche «brillare». La parola « fene » è stata creata nel 1834 per le necessità della chimica, per la quale essa designa il nucleo di benzene. Di qui la denominazione dei suoi derivati che contengono la stessa radice, di cui il “fenolo” è il più importante. Fu chiamato così perché è brillante anch’esso.

Nel 1838, viene ripresa la stessa radice. La parola «fosfene» è utilizzata da due ricercatori di discipline differenti. Il naturalista Lelorgne de Savigny (1777-1851) la impiega per designare una varietà di lucciole, e il fisiologo Venzac per designare le sensazioni luminose spontanee.

Il Dottor Lefebure ha creato la parola «Fosfenismo» facendo quello che si chiama in grammatica un neologismo per restrizione a partire della parola Fosfene, la cui radice principale vuol dire luce e ricorda Febo, il Sole. Questo termine è anche più eufonico per designare l’insieme delle tecniche fosfeniche. In più, utilizziamo il termine «immagini mentali». Per evitare un’eccessiva confusione tra i concetti di «immagini mentali» e di «immagini di persistenza retinica», designiamo dunque queste ultime con la parola «fosfene». La terminologia è importante perché nei testi antichi si trova già la descrizione dei fosfeni, ma gli autori, non possedendo i termini che avrebbero potuto descrivere e indicare tali percezioni soggettive, hanno spesso utilizzato i termini «colori» o «luce», il che rende i loro testi incomprensibili.

Così, in un brano dei suoi «Parva Naturalia», Aristotele descrive il fosfene per contiguità di colori ed il post-fosfene solare:

« (…) l’impressione non è solamente negli organi sede delle sensazioni, ma anche negli organi che hanno smesso di percepire ed essa è in profondità e in superficie. Ciò è evidente quando sentiamo qualche cosa in modo continuo: quando infatti si passa da una sensazione ad un’altra, l’impressione segue la sensazione, per esempio quando si passa dal sole all’oscurità: succede in effetti che non si veda niente perché il movimento prodotto negli occhi dalla luce continua a sussistere. E se dirigiamo lo sguardo a lungo su un solo colore, bianco o giallo, esso appare là dove noi dirigiamo il nostro sguardo. E se abbiamo socchiuso gli occhi guardando il sole o un altro oggetto brillante, per quelli che l’hanno osservato seguendo una linea retta – è infatti seguendo questa linea che la vista riesce ad esercitarsi – esso sembra all’inizio tale e quale per quanto riguarda il colore, poi diventa rosso, in seguito porpora, fino a raggiungere il colore nero per poi sparire. »

ARISTOTELE , “Piccoli trattati di Storia Naturale”, Casa Editrice “Les Belles Lettres”, Parigi, 1965, pagina 80 (testo organizzato e tradotto da René Mugnier).

29 - La mia vista non mi permette di fare dei fosfeni, cosa posso fare?

Se non avete acufeni patologici, potete lavorare con l’equivalente del fosfene a livello uditivo, vale a dire con gli acufeni fisiologici. La tecnica resta la stessa: mescolare il pensiero con il fene, in particolare qui, l’acufene (brusii che compaiono nelle orecchie dopo essersi tappati i condotti uditivi). Cfr.: Il Mixaggio Fosfenico in Pedagogia.

30 - Fino a che età si possono fare i fosfeni?

Tutto dipende dalla salute dei vostri occhi, dovete interpellare il vostro medico o il vostro oculista.
Un giorno prima della sua morte, il Dr Lefebure faceva ancora la dimostrazione che riusciva a leggere alla distanza di un braccio un testo in caratteri piccoli senza occhiali, prova, se ce fosse ancora bisogno, dell’incredibile effetto benefico dei fosfeni sulla salute dell’occhio (a patto naturalmente di rispettare le norme di illuminazione che egli ha definito ne Il Mixaggio Fosfenico in Pedagogia).
D’altra parte, non ha mai portato occhiali in vita sua!

31 - Posso utilizzare le torce in commercio per fare dei fosfeni?

Per la salute dei vostri occhi, evitate tutte le lampade tascabili in commercio. La Lampada Fosfenica Tascabile è dotata di uno schermo che filtra la luce, ed è quindi la più adatta alla pratica fosfenica.

32 - Posso utilizzare delle lampadine ordinarie o delle lampadine a risparmio energetico? Otterrò dei risultati con questo tipo di lampadina?

La lampadina gioca un ruolo molto importante nell’ottenimento dei risultati. Solo una lampadina a luce diurna o una lampadina a luce naturale dà dei risultati. E’ quest’ultimo tipo di lampadina che viene utilizzato in luminoterapia.
Non tutti hanno a disposizione il sole o il suo riflesso, ecco perché per rispondere al bisogno specifico dei praticanti, abbiamo fatto realizzare una lampadina speciale, che risponde alla doppia caratteristica di luce diurna e di luce naturale. Due proprietà riunite in una sola lampadina.
Questa lampadina è distribuita esclusivamente dalle Edizioni Phosphénisme.
Se i vostri mezzi finanziari non vi consentono l’acquisto di questo tipo di lampadina o se volete farvi solo un’idea della pratica, potete utilizzare una lampadina bianca in cui il filamento non sia visibile e che non abbia marchi stampigliati sopra.