TEORIA DELLE CORDE E FOSFENISMO

TEORIA DELLE CORDE

Per familiarizzarsi con questa teoria così rivoluzionaria, nulla vale come “L’Univers élégant”, il documentario scientifico realizzato nel 2003 dall’americano David Hickman. Esso comprende tre episodi che sono stati trasmessi lo stesso anno su Arte.

Il primo si intitola “Il sogno di Einstein”. Vi si scopre l’inventore della Relatività generale alla ricerca di una teoria unica che includa tutte le leggi dell’universo. Persuaso che avrebbe trovato qualcosa di essenziale, egli ha consacrato tutta la sua vita alla ricerca di questo Graal scientifico, conservando sino alla fine un quaderno sul quale scrivere le equazioni che confermerebbero la teoria del tutto. Durante questo periodo, la meccanica quantistica si sviluppava senza che Einstein se ne interessasse. Ora queste due teorie, quella dell’infinitamente grande e quella dell’infinitamente piccolo, si rivelano perfettamente incompatibili. Questo primo episodio ci mostra che l’inventore della relatività si è ritrovato solo nella sua ricerca, egli ha tramandato il suo sogno, quello di trovare una teoria del tutto.

Il secondo episodio, intitolato “La teoria delle corde” si inscrive in questo approccio. L’idea sottesa è che l’intero universo sia costituito da uno stesso ingrediente, delle minuscole corde che vibrano in una miriade di modi diversi, facendo dell’universo una formidabile sinfonia cosmica. Questa teoria riconcilia le due teorie precedenti, quella del macrocosmo e quella del microcosmo.

Quanto al terzo episodio, “Benvenuta dell’11° dimensione”, esso ci invita a trasformare radicalmente la nostra concezione dello spazio. Lo humour di Brian Greene, il suo talento di presentatore ci trascina in una delle esperienze più eccitanti. Le animazioni più audaci sostengono la nostra attenzione mentre i concetti studiati si allontanano irrimediabilmente dal nostro mondo quotidiano.
Ecco il nostro universo diventare una fetta di pane! Le altre fette sono degli universi paralleli. E naturalmente esistono centinaia di pagnotte come quella. C’è da avere le vertigini! Soprattutto quando Brian Greene evoca le passerelle che esistono tra questi universi. E se il Big Bang non segnasse l’inizio dell’Universo?

Formidabile epopea della scienza, la storia della scoperta della teoria delle corde, dai suoi inizi fino all’unificazione delle sue cinque diverse versioni da parte di Edward Witten, non può mancare di affascinarvi, soprattutto se praticate il Fosfenismo.

Ma riprendiamo i presupposti di questa teoria, situata ai confini della fisica.
L’universo è composto da “minuscoli fili di energia in oscillazione, simili a corde”. Se si ingrandisse l’atomo alle dimensioni del nostro sistema solare, le sue corde avrebbero le dimensioni di un albero. Così come le corde di un violoncello possono vibrare a frequenze diverse e dare così note diverse, sono le diverse modalità di vibrazione delle corde che danno alle particelle le loro caratteristiche particolari, ovvero la loro massa e il loro carico.

Tutta l’eleganza della teoria si trova qui. Ma è anche il suo tallone d’Achille. In effetti, possiamo ancora parlare di teoria quando è impossibile confutarla? Nessuna esperienza, nessuna osservazione è in grado di farlo. Le corde non sono osservabili. La “teoria” delle corde rientra nella fisica o nella filosofia?

Per mostrare in che cosa questa “teoria” si muove nella direzione del Fosfenismo, richiamiamo brevemente quest’ultimo.
Nel 1959 Francis LEFEBURE, medico e ricercatore francese, ebbe l’idea di controllare, per mezzo dei fosfeni, l’efficacia degli esercizi iniziatici che gli erano stati insegnati. I fosfeni sono tutte le sensazioni luminose soggettive, cioè quelle che non sono direttamente causate dalla luce che stimola la retina. Fu così che scoprì l’importanza del ritmo di due secondi. In effetti, quando si effettuano delle leggere oscillazioni della testa, è questo il ritmo che trascina il fosfene, mentre per un ritmo più rapido o più lento esso resta fisso.

Forte di questa prima scoperta, studiò che cosa succedeva con due fosfeni e mise a punto il cervoscopio, per il quale fu premiato. Quest’ultimo gli permise di fare nuove osservazioni sui ritmi cerebrali.

Tre anni dopo ebbe l’idea di vedere che cosa sarebbe successo se si pensava ad un argomento preciso in presenza di un fosfene. Scoprì così le basi di quello che sarebbe diventato il suo metodo: il Mixaggio Fosfenico. Fosfene e pensiero agivano in sinergia, permettendo lo sviluppo della memoria, dell’intelligenza e della creatività.

Fosfene, ritmo e pensiero, ecco gli ingredienti fondamentali di ciò che chiamò uno “yoga scientificamente migliorato”.

L’idea che l’universo sia costituito da minuscole corde vibranti è particolarmente seducente per un Fosfenista, per il quale il ritmo è un elemento primordiale. E il fatto che questi infimi “ingredienti” che compongono l’universo possano entrare in risonanza gli uni con gli altri per suonare una sinfonia cosmica lo seduce in modo assolutamente particolare, lui che cerca di entrare in risonanza con se stesso e con ciò che lo circonda.

Il Dr LEFEBURE e coloro che l’hanno seguito hanno sviluppato una relazione privilegiata con il cosmo. Il Dr LEFEBURE aveva in effetti l’abitudine di meditare in direzione della costellazione del Sagittario per mettersi in relazione con degli spiriti, delle guide, degli elettroni di un livello molto elevato.

Alcuni Fosfenisti sperimentati sono dei viaggiatori infaticabili che solcano il cosmo (l’universo è in noi…).
“(…) una notte mi ritrovo in uno scenario che conosco bene, perché è un luogo in cui ho trascorso qualche mese nella mia infanzia e tutte le mie vacanze: in Bretagna, nella fattoria di mio cugino. Là, in mezzo a un campo, si trova un albero imponente. Mi dirigo verso di lui e dolcemente penetro all’interno, come se volessi fare corpo con lui e con la natura. Poi mi sento scaraventare all’esterno, e mi ritrovo nel cielo. Mi innalzo. La terra si allontana sotto di me e diventa sempre più piccola. Sopra di me percepisco l’immensità del cosmo. Improvvisamente, è la caduta libera, ad una velocità vertiginosa. Ho appena passato l’equivalente spirituale della linea di equigravitazione, cioè la linea in cui la gravitazione tra la Terra e il Sole è uguale. Sono appena entrato nell'”alto astrale”. Continuo a viaggiare, per ritrovarmi nel piano cosmico. Là è uno spettacolo grandioso che si offre a me.
Miriadi di stelle scintillano in lontananza (…) contemplo questo universo cosmico.”

Estratto di: Preparazione allo sdoppiamento astrale o L’esplorazione del mondo soggettivo, Daniel Stiennon.