TRANCE E FOSFENISMO
TRANCE
E’ dunque proprio l’induzione di un ritmo nel pensiero che provoca gli stati di trance.Dal latino transire – “attraversare”, la parola trance veicola l’idea di soglia, di condotto o di canale. A partire dal V secolo, il termine trance è utilizzato per designare il passaggio dalla vita al trapasso, ed è solo nel XIV secolo che assume il significato di stato psico-fisiologico particolare. In seguito questa parola viene sempre più utilizzata per significare il passaggio attraverso diversi stati di coscienza e, ai nostri giorni, essa è particolarmente legata allo sciamanismo.
E’ anche interessante vedere come la parola trance è molto utilizzata nell’ambito dei rave party, sia per definire un particolare stile di musica techno, sia per rappresentare gli stati di coscienza generati dall’assunzione di droghe psichedeliche combinate con la musica. Per quanto basata su eccessi che portano alla perdizione, la cultura dei rave party sembra dunque costituire una sorta di neo-sciamanismo o di reviviscenza di un ancestrale istinto di trascendenza.
Gli stati di trance sono spesso interpretati come stati di estasi religiosa; esiste un certo numero di modalità operative che permettono di raggiungerli, come la preghiera, i riti religiosi, la meditazione, gli esercizi di respirazione, lo yoga, alcuni esercizi fisici, il tantrismo, la musica, la danza o il digiuno.
Queste differenti tecniche sono legate alla loro provenienza culturale e si inscrivono nelle tradizioni. Così, le esperienze estatiche sono interpretate nel contesto di queste culture e tradizioni. Tali interpretazioni descrivono spesso dei contatti con forme di vita soprannaturali o spirituali, contatti che apportano nuove informazioni o rivelazioni.
Lo sciamanismo costituisce probabilmente la più antica tradizione che pratica la trance. In effetti lo sciamanismo è la prima delle religioni umane e risale all’alba dell’umanità. Gli sciamani utilizzano sistematicamente la musica e più in particolare i ritmi per produrre degli stati di trance. Spesso i loro rituali sono accompagnati da danze, e a volte essi utilizzano certe piante per contribuire al raggiungimento di questi stati. Ma questo genere di meccanismo può essere ritrovato in numerose tradizioni posteriori che praticavano la trance. I sufi, ad esempio, impiegano danze e musiche per entrare in contatto con il sacro. Anche le tradizioni animiste africane o le religioni voodoo producono degli stati di trance con l’ausilio di danze e di musiche. La pratica orientale dei mantra, anch’essa fa appello ad una nozione di ritmo, ben più importante del significato di questi mantra.
L’induzione degli stati di trance segue, a quanto pare, un filo conduttore che si ritrova universalmente.
Le scoperte del Dr LEFEBURE permettono di apportare una nuova chiarezza su questo fenomeno. La comprensione fisiologica dei meccanismi induttori della trance ha permesso di dedurre certe leggi e di superare l’empirismo a volte pericoloso delle pratiche primitive.
E’ grazie all’utilizzo sistematico dei fosfeni che il Dr LEFEBURE è riuscito a studiare i meccanismi cerebrali in relazione con la trance. I fosfeni sono tutte le sensazioni luminose soggettive, cioè quelle che non sono direttamente prodotte dalla luce che stimola la retina. Essi corrispondono a ciò che gli oftalmologi chiamano “immagini di persistenza retinica” o”post-immagini”. I fosfeni sono animati da ritmi che sono loro propri. Quindi, ogni fissazione di sorgente luminosa che produce un fosfene induce nel pensiero anche tali ritmi caratteristici dei fosfeni.
In “Fosfenismo la spiegazione dell’origine delle religioni” il Dr LEFEBURE descrive i rapporti tra la luce e le tecniche di induzione della trance, dove queste ultime sono ispirate dalla prima.
“Lo studio dei ritmi dei fosfeni presenta una grande importanza per capire i loro rapporti con i riti religiosi. Se si pensa nello stesso momento in cui si osserva un fosfene, il pensiero tende ad assumere i ritmi naturali dei fosfeni, per quanto si abbia al contrario l’impressione soggettiva che sia il fosfene ad adattarsi al ritmo del pensiero.
Si comprende perché la preghiera con fissazione del sole sia all’origine di tutti i riti religiosi. Il ritmo del co-fosfene solare induce in effetti quello della preghiera, mentre l’insieme genera nel corpo delle correnti di energia che si esteriorizzano con danze e posture.”
E’ dunque proprio l’induzione di un ritmo nel pensiero che provoca gli stati di trance.
Anche le tecniche basate sulla respirazione o sulla preghiera fanno appello ai ritmi. La loro pratica può essere ampiamente migliorata con l’utilizzo di ritmi regolari e ripetitivi. Il Dr LEFEBURE è riuscito a mettere a punto uno yoga scientificamente migliorato il Fosfenismo. Questo insieme di tecniche fa sistematicamente appello alla fissazione di sorgenti luminose e ai ritmi indotti nel pensiero. I suoi risultati non sono più da provare, ma da scoprire.
Esercizio di pensiero ritmato
Scegliete una musica ripetitiva (musica sciamanica tradizionale, musica gnawa del Marocco, musica ju-ju della Nigeria, techno/trance…).
Fate un fosfene fissando per 30 secondi la lampada fosfenica.
Cantate mentalmente il ritmo.
Accompagnate il ritmo con una leggera oscillazione del corpo.
Rifate un fosfene ogni 5 minuti.
Alla fine dell’esercizio (da 15 a 45 minuti), osservate il vostro stato di coscienza.